dal sito de il Secolo XIX del 4 settembre 2014
Per la prima volta, in una piccola sperimentazione clinica su nove pazienti, cellule della cartilagine del setto nasale sono state usate per ricostruire la cartilagine del ginocchio, con ottimi risultati sia strutturali sia funzionali: aumento della motilità e riduzione del dolore nei pazienti. Il traguardo è frutto del lavoro di anni di ricercatori svizzeri (diretti da Ivan Martin del Policlinico di Basilea) ed italiani dell’Istituto Di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS, Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano). La ricerca, preceduta da test su animali, è stata pubblicata sull’ultimo numero di agosto della rivista Science Translational Medicine.
La cartilagine del ginocchio ha scarsissime capacità rigenerative e quindi, quando danneggiata da lesioni, incidenti o osteoartrite, compromette la motilità e va comunque trattata innestando dei materiali artificiali. Gli esperti hanno pensato di utilizzare una cartilagine naturalmente più attiva nel rigenerarsi, quella del setto nasale, per riparare ginocchia lesionate. Hanno estratto la cartilagine dal setto nasale, l’hanno fatta espandere in provetta (nutrendola con un cocktail di fattori di crescita per un paio di settimane) e infine l’hanno trapiantata con successo nelle ginocchia. La cartilagine così sviluppata a partire da cellule nasali si è integrata a perfezione nel ginocchio divenendo indistinguibile dalla cartilagine originale e migliorando la funzionalità delle ginocchia dei pazienti. Il trial clinico è tuttora in corso su un maggior numero di pazienti.
No, non si tratta di un errore di battitura: la motilità è definita come “la proprietà dell’organismo vivente di modificare attivamente e in modo reversibile la propria posizione o quella di una sua parte rispetto all’ambiente“. Nell’uomo, rappresenta il complesso delle manifestazioni motorie indipendenti dall’attività psichica. Tra i suoi disturbi rientrano le paralisi, le modificazioni del tono muscolare e della mimica, i movimenti coreici e atetosici, i disturbi della coordinazione e l’atassia.