full credits: Arcangelo Rociola
Cosa faceva esattamente la nostra intelligenza artificiale? Sa, mi vergogno a dirlo, ma non lo so. Chi parla non vuole essere identificato. Ma è uno dei dipendenti di Kellify. Sviluppatore entrato in azienda nel 2021 dopo aver investito nella società 100 mila euro. Un ex dipendente. Perché Kellify, startup fondata a Genova nel 2017 e attiva sulle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, a fine ottobre 2022 ha dichiarato istanza di insolvenza. Troppi debiti. A casa 31 persone. Molte di queste negli anni hanno investito nell’azienda. Convinti, dicono tutti, dal suo fondatore, Francesco Magagnini. Capace di assicurarsi finanziamenti per oltre 4 milioni di euro per sviluppare tecnologie di cui oggi sembrano restare più dubbi che certezze.
Magagnini, secondo i documenti che Italian Tech ha avuto modo di visionare, la scorsa primavera si è dimesso dalla carica di amministratore della società. Poi ha fatto perdere le proprie tracce. Nessun contatto da allora con gli investitori della sua azienda. L’ultima comunicazione è una lettera in cui diceva di stare poco bene. E di essere costretto a fare un passo indietro. Poco dopo l’azienda è fallita. E oggi chi ci ha lavorato, chi ci ha investito, sembra risvegliarsi da un lungo sonno. E accusa: dietro l’azienda c’era altro che marketing e comunicazione. Incolpando in alcuni casi anche la propria miopia.
Chi è Francesco Magagnini, fondatore di Kellify
Genovese, 35 anni, Magagnini negli ultimi 4 è stato un volto piuttosto noto nel panorama delle startup italiane. Tantissime interviste rilasciate, molte ancora reperibili online e su Youtube. Ai giornalisti ha detto negli anni di aver studiato alla Sorbona di Parigi. Di aver conseguito un master a Stanford. Di aver lavorato per multinazionali prima di rientrare a Genova e lanciare la sua startup. Informazioni che non sono verificabili sui siti delle università. Ma a Magagnini, ottimo oratore, si concede un po’ tutto. Anche il curriculum in parola. Italian Tech ha provato a contattarlo diverse volte in queste settimane, senza successo. Vogliono parlare invece i suoi dipendenti. I suoi investitori. Non tutti, ma tutti sotto anonimato. Lo descrivono ancora oggi come come “carismatico”, “magnetico” e “dotato di un’intelligenza superiore”. Doti che gli consentono di convincere tutti.
Anche il Financial Times che, due anni fa, inserisce Kellify tra le migliori startup italiane. Oggi il sospetto di tutti è che dietro le sue parole, dietro la promessa di creare una società in grado di scalare il mercato globale dell’intelligenza artificiale, non ci fosse nulla se non marketing, relazioni con i media e buone referenze. Me lo hanno presentato a Milano, racconta un investitore. Tutti ne parlavano bene. E ci siamo lasciati convincere, anche perché chi ce lo ha presentato è una persona con lunga esperienza nel settore, aggiunge. Anche lui, business angel di diverse startup, preferisce restare anonimo. Abbiamo messo tutti tra tra i 50 e i 200 mila euro. La società lanciava nuovi prodotti. A farli era un fisico, Fabrizio Malfanti, suo socio. Poi ci siamo accorti che qualcosa non andava. I debiti aumentavano. Aumentavano spese per uffici e consulenze. Il giro d’affari no.
I conti di Kellify. I dubbi su consulenze e investimenti
In base ai bilanci che Italian Tech ha potuto leggere, nel 2017 la società ha chiuso con una perdita di 7.040 euro. Nel 2018 le perdite diventano 483.332 euro. Nel 2019 751.712 euro. Nel 2020, ultimo bilancio che Italian Tech ha potuto verificare, le perdite diventano 1,441 milioni, a fronte di ricavi dalle vendite pari a 3.000 euro. Le spese aumentano anno dopo anno. I dipendenti e gli investitori sospettano che tutto ciò che è stato speso sia stato fatto per pagare gli stipendi dei manager (200 mila euro) e le consulenze. La società fa investimenti. Apre spin off. Compra altre società. Inaugura sedi a New York, Malmo, Seul. Nuovi uffici e nuove assunzioni. Annuncia milioni di investimenti. Di poter raggiungere un giro d’affari da 25 milioni entro il 2024. Ogni mossa è accompagnata da un comunicato. Da un’intervista. Intanto i bilanci sono sempre più in rosso.
“Solo marketing e media. Di prodotto c’era pochissimo”
Marketing, faceva molto marketing è la risposta che danno tutti. Alcuni sospettano che facesse “solo” marketing. Riuscito anche bene. Kellify ha vinto premi rivolti alle startup. Il suo amministratore presenza fissa in panel di settore. Ma se si cerca di capire cosa facesse esattamente, cominciano i problemi: Avevamo decine e decine di prodotti. Intelligenza artificiale applicata agli sport, al mercato dell’arte, alle materie prime, al vino, alla pubblicità. Se ne creavano in continuazione. Lavoro in questo settore da molti anni. Conosco la storia di Kellify dall’inizio. All’inizio sono stato investitore. Poi, quando sono diventato dipendente nel 2021, ho capito che di prodotto c’era pochissimo, racconta uno dei primi investitori dell’azienda.
Cosa facesse esattamente Kellify è un mistero. Come lo facesse lo è di più. Una risposta si può cercare nelle interviste di Magagnini ancora reperibili su YouTube. In una descrive in facile eloquio le sue intelligenze artificiali come qualcosa in grado di “percepire il lato emozionale di un’immagine”. Ovvero, ciò che colpisce il fruitore. L’intervistatore chiede un esempio: cosa colpisce la Generazione Z? Vede, l’innovazione data dall’intelligenza artificiale è il non saperlo. Facciamo lavorare gli algoritmi in maniera autonoma. Non sanno se il cavallo o il verde acchiappano di più. Non è qualcosa che riusciamo a sintetizzare in un termine. Agisce a livello neuroscientifico. È un superpotere che diamo in mano alle aziende e ai creativi, risponde. Kellify, nonostante l’enorme copertura mediatica ricevuta, resta un’incognita.
Chi ci ha investito dice che ha tentato di entrare nei radar di alcuni fondi, ma di non aver mai superato la due diligence, la verifica del business offerto fatta dai manager delle società di investimento. In compenso ha raccolto piccole cifre da un gruppo di piccoli e medi investitori. Convinti dalla catena di fiducia che si crea spesso in questo settore. Business angel, family office, ex impiegati di grandi multinazionali che hanno messo nell’azienda la buona uscita e qualche risparmio. Fiducia che oggi molti di loro dicono tradita.
4,7 milioni di investimenti. La promessa di una scalata
L’azienda compare nelle cronache per la prima volta nel 2018. Ottiene 1,73 milioni da diversi investitori. Si presenta all’inizio come una società fintech (tecnologie applicate alla finanza). Dovrebbe essere in grado di capire cosa piace agli utenti, e suggerire il valore futuro di oggetti come macchine e vini pregiati. Secondo Crunchbase, autorevole bussola del mercato delle startup, nei successivi round ne raccoglie altri 3. Credo che quei numeri siano piuttosto gonfiati, conosco tutti quelli che ci hanno messo i soldi, e quanto hanno messo. Dubito che si sia arrivati a quelle cifre, racconta un altro investitore, diventato poi anche dipendente. Fino a una manciata di mesi fa, Magagnini si diceva sicuro del futuro della propria azienda. Pare abbia provato a infondere la sua sicurezza anche ai propri dipendenti. Sorpreso che l’azienda sia fallita? Per niente. Ma mi creda: nessuno di noi lo è. Nessuno di noi ha mai capito quello che stavamo facendo. E tra i dipendenti certe cose si sanno. Magari non si dicono, ma si sanno, commenta un altro dipendente.
Carte in Tribunale. “Ci abbiamo creduto. Poi abbiamo dovuto crederci”
All’inizio ci abbiamo creduto. Eravamo convinti. Poi le cose sono cambiate. Soprattutto dopo qualche mese di lavoro in azienda. Dal crederci davvero, abbiamo cominciato a crederci per forza. Da Kellify dipendevano non solo i nostri stipendi, il sostentamento delle nostre famiglie, ma anche i nostri progetti di vita, i sacrifici degli anni precedenti. Come convincersi della realtà di un’illusione. Entrare in un mondo di finzione, senza nessuna pillola blu per risvegliarsi. Ora le carte sono finite in tribunale. Il sito è stato messo offline. I canali social di Kellify oscurati. Nessun riferimento su LinkedIn. A parte interviste e video, è tutto sparito. Restano le carte. I bilanci. Le acquisizioni e le consulenze. Materiale su cui i giudici liguri cominceranno a lavorare il prossimo mese. Che chiariranno se i dubbi degli investitori sono fondati, o sono frutto di una tardiva voglia di vendetta.
Twitter: @arcamasilum
Kellify alcune persone nel team e alcune mie opinioni
Riccardo Bianco:
-era investitore
-sempre stato in CDA da inizio kellify, vedi camera commercio
-era consulente, di varia natura (bilanci camera di commercio)
-si e` occupato anche di fundraising, probabilmente in cambio di una fee, come riportato in un bilancio in camera di commercio.
-tra i primi tre maggiori investitori
-figlia, Francesca Bianco, lavorava in kellify, dal Giugno 2018 al Marzo 2022, linkedin
-moglie Giulia Giglio, era consulente HR, dal Novembre 2018 al Maggio 2021, linkedin
-aveva persona di sua conoscenza, Stefano Panelli, in collegio sindacale. Si dimettono nello stesso giorno. Camera di commercio.
-crea un gruppo Whatsapp per le comunicazioni con alcuni investitori
-vende le sue azioni a fine 2021
-possiede azioni in kellify
Fabrizio Malfanti:
-diventa CEO dopo l`uscita di Magagnini
-e` stato presidente del consiglio di amministrazione
-era in CDA
-la sua compagna, Antonietta Bruni, era `Treasurer and Talent Coordinator` in Kellify. Linkedin
-il figlio di Antonietta Bruni, Gabriele Torre, lavorava in kellify
-era socio di Magagnini da anni in altre societa` come Centrally Spa, (camera di commercio). Si veda anche la societa` ISTMO, (“ISTMO DI BRUNI ANTONIETTA E MALFANTI FABRIZIO S.N.C.”
-era founder con Magagnini
-era CEO di Intelligrate, societa` che forniva consulenze a Kellify. Vedasi anche cessione di ramo d`azienda da Intelligrate a Kellify, camera di commercio
-era azionista di Centrally, poi The Founders Cap, (con Magagnini) che avevano una importante quota azionaria in Kellify
-potrebbe (non verificato) essere stato l`utilizzatore di uno dei due veicoli aziendali a spese di Kellify
-aveva un ruolo in centrally Trust come da suo cv su sito univ di Genova, che mostra le sue interazioni con Magagnini
-Malfanti ha rimosso da linkedin la sua esperienza in kellify
-possiede azioni in kellify
Francesco Magagnini
-era CEO, e presidente CDA
-founder insieme a Malfanti
-socio di Malfanti da anni in altre societa` che non sembra abbiano generato revenue importanti
-azionista di Centrally, poi The Founders Cap, (con Malfanti) che avevano una importante quota azionaria in Kellify (camera di commercio)
-potrebbe (non verificato) essere stato l`utilizzatore di uno dei due veicoli aziendali a spese di Kellify
-possiede azioni in kellify
-si notino le sue interazioni con Malfanti in camera di commercio, anche tramite trusts o moglie Giulia Ferrari. (Wendell P Bloyd, Centrally Trust, James Capital Trust) (camera di commercio)
Antonietta Bruni
-compagna di Malfanti
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha 450 azioni in kellify
– oggetto di cessione di ramo d`azienda da Intelligrate a Kellify (camera di commercio)
– era dipendete in Kellify, percepiva quindi uno stipendio e non si sa se poi effettivamente lavorasse e lo stipendio fosse idoneo alle sue competenze, ed eventuali benefici.
– ha azioni kellify
De Rosa Monica
– lavorava in kellify come `amministrativa` per Antonietta Bruni
– ha azioni in kellify
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
Gabriele Torre
-Figlio di Antonietta Bruni, apparentemente compagna di Malfanti.
-Ha un PHD in matematica o statistica, che lascia intendere sia stata la persona chiave nello sviluppo di algoritmi e qundi molto probabile sapesse se funzionassero a sufficienza o meno, e lo stato degli sviluppi.
-Ora founder di deepley
-possiede azioni in kellify
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
-ora founder di deepley?
Andrea Cabella
-compare in atti prima della nascita di Kellify, quando la societa` si chiamava Ubibetter
-lavorava gia` con Malfanti in intelligrate
-e` parte di una cessione di ramo d`azienda da intelligrate a kellify, a spese di kellify
-possiede azioni in kellify
-lavorava nel team di Malfanti
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha azioni kellify
-ora founder di deepley
Sara Carbone
– da camera di commergio fa uno stage in Centrally Spa (questo si vede nella perizia per la valutazione del ramo di azienda di Centrally chiamato Betbox), lavora quindi su un algoritmo di betting chiamato Betbox
– Ricopre ruoli diversi all`interno di Kellify, secondo il suo profilo linkedin. In un incontro con investitori a Milano partecipa con Magagnini e quindi ascolta e sente cio` che Magagnini dice agli investitori e quindi puo` sentire se cio` che Magagnini dice e` totalmente vero o meno
– E` presente anche in un incontro con investitori a Genova, quando vengono mostrati I nuovi uffici di Kellify. Anche in questo caso ascolta cio` che Magagnini dice agli investitori e puo` capire se vero o meno, e se e` ingannevole.
– Non viene mai citata sul sito Centrally, ma compare nella documentazoine della ICO di Betbox e anche sul suo profilo linkedin
– ora founder di Deepley?
– compare nella ICO di Betbox, con un ruolo in centrally. Si puo` vedere da sito da web archive `punto` org / wayback machine, cercando la versione del sito betbox `punto` ai. In quelle pagine, si nota anche Marta Mertens, nel team, persona che probabilmente non esiste.
– possiede azioni in kellify, credo non pagate
– ha una formazione in statistica / matematica, e inizia a lavorare per Malfanti, ma credo sposti il suo ruolo verso il `prodotto` e interagisca con Magagnini
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha alcune azioni kellify
Giorgia Coltella
– CEO Gradient (Kellify Appoints Giorgia Coltella as CEO at Gradient, Articolo su finsmes, 23/11/2020, Kellify Appoints Giorgia Coltella as CEO at Gradient, Facing Identity Representations Through AI)
`In the context of the Covid-19 pandemic Kellify experienced significant growth in global expansion, science development, and early adopters including tier-1 global brands like Condé Nast and Venchi.`
L`articolo dice che c`e` stata una crescita significativa nell`espansione globale, sviluppo scientifico e negli `early adopters` inclusi brands come Conde Nast e Venchi`.
Non sembra emergere nessuna crescita significativa durante Covid-19, dai bilanci in camera di commercio.Temo che Conde Nast e Venchi non siano degli early adpters ma soltanto dei tentativi di vendita o demo a potenziali client presentati da referenze interne o ex managers, come Marco Formento (CDA di Kellify) , ex Conde Nast e Ferrero (Venchi), che probabilmente era un contatto di Malfanti.
Se non Coltella, qualcuno tra i dipendenti ha interagito per la pubblicazione di questo articolo, o per fornire le informazioni riportate?! .. e nessuno si e` accorto che il contenuto probabilmente non era del tutto corretto?
-lavorava in Centrally, ma in Centrally (camera di commercio) sembrano non comparire spese per il personale.
– Il ruolo di Coltella su linkedin cambia piu` volte.
– guardanto il pdf scaricabile del profilo linkedin di Coltella…Non ho evidenza che ci siano Fortune 50 and 500 companies che abbiano adottato l`innovazione di Coltella, Kellify o Gradient come decision making tool. Se cio` fosse confermato, anche l`attitudine ingannevole nel raccontare `storielle`, potrebbe essere dimostrata.
– ricopre anche ruolo di investor relations, tra i vari cambiati nel tempo
– possiede azionoi in kellify, credo non pagate
– Da verbali di assemblee investitori, presenti in camera di commercio, dovrebbe risultare che probabilmente Coltella in qualche assemblea di azionisti aveva le deleghe di vari investitori
– si noti che e` laureata in legge.
– lavorava nel team di Magagnini
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha azioni kellify
Sara Mattiello
– Sembra occuparsi di marketing ed essere `head of communication in Centrally`, ma da camera di commercio non sembrano esserci dipendenti in Centrally e non emergono stipendi nelle spese, se non un importo che si incastra con lo stage di Sara Carbone. Cio` implica che Sara Mattiello non era `Head of Communication` in Centrally, per lo meno non formalmente, o se lo fosse stata non veniva pagata da Centrally. Vedi sito bebox ai in web archive. Biz Whitepaper
– sul suo profilo linkedin a settembre 2022 riportava tra le sue esperienze:
`Centrally, Digital Storyteller, Maggio 2016-Luglio2020 4anni e 3 mesi. Genova, Italia. Digital Marketing, communication, Press. Specializing in digital marketing, helping teams drive strategic partnership and new initiatives forward.` –
`Kellify Spa, marketing and Communication Executive, Maggio 2016-Luglio 2020, 4 anni e 3 mesi, Italia. Kellify is an artificial intelligence that starts out as a science assistant: helping you find the science you need in strategic markets: Banking, Asset Management, Commodities Trading, Sports Betting. We`re constantly uncovering new habits in our artificial intelligence to reach us more about how markets stream. We call it understanding patterns through kellification.`
– il suo attuale profilo linkedin, non riporta ne Centrally, ne Kellify
– detiene 198 azioni in kellify, entrata nelle primissime fasi, probabilmente le azioni sono state ricevute gratuitamente
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
Marta Mertens
– Fund Analyst, Brand Equity @ Centrally, come da sito betbox durante ICO.
– Compare poi in un secondo momento come Brand Ambassador di Centrally su linkedin. Il suo profilo sembra ora sparito. Riportava che lavorava in centrally a Parigi.
– Non ho prove questa persona sia reale ed esista
Si noti che:
– Sara Mattiello, Giorgia Coltella, Sara Carbone, Fabrizio Malfanti, Magagnini, Cabella, Torre erano tutti presenti sul sito della ICO di Betbox, quando riceve un warnings dall`autorita` di vigilanza di Gibilterra, che in pratica dice che forse e` uno scam… Vedasi link su articolo linkedin di Germano Milite, Fufflix
– Nella ICO di Betbox, Coltella come Mattiello avevano dei ruoli in Centrally nelle loro biografie, ma non emergono da incastro dati Centrally da camera di commercio
– Tra le persone nel team c`era Marta Mertens, che da linkedin, sembrava lavorasse a Parigi per Centrally. Difficile pensare che Malfanti e tutte le altre persone citate sopra che comparivano sul sito di betbox durante la ICO, non abbiano mai guardato il sito e non fossero a conoscenza del fatto che molto probabilmente queste persone non interagivano con Marta Mertens del team di Parigi e forse nemmeno quelle in Italia si incontravano in ufficio, visto che Mattiello probabilmente era una freelance esterna e Coltella, non si capisce se fosse effettivamente assunta e come venisse pagata. Qualcuno deve aver creato il sito betbox della ICO e probabilmente e` Cabella con potenziale supporto di Torre e Carbone, considerate le competenze.
– altre persone che erano presenti in linkedin, apparentemente in Centrally a Parigi erano, Edith Krampy, Matilde Jumielle
Pietro Mondini
– ha un ruolo nel board di SurgiQ, dove era presente Magagnini e alcuni degli stessi investitori di Kellify. Probabilmente Riccardo Bianco, Alessandro Boggiali, Marco Milone, Andrea Vicini. (Milone e Vicini erano anche investitori in Centrally)
– il suo profilo linkedin nel 2022 riportava, diversi ruoli in Kellify, tra cui `vp of global expansion, Madrid, Spain – Vp of new verticals, Product Manager, Associate Product Manager`. Ora il profilo riporta un solo ruolo.
– lavorava nel team di Magagnini e interagiva con investitori vista la sua precedente esperienza in M&A. Difficile pensare che non abbia informazioni sulla tentata quotazione in borsa ed eventuali altre presentazioni ad investitori che non hanno avuto successo. Molto difficile pensare che non fosse al corrente che non si generasse fatturato.
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha 1000 azioni kellify
Andrea Caridi
– sembra essere il compagno di Giorgia Coltella
– lavorava nel team di Magagnini
– nel suo attuale profilo linkedin non compare piu` kellify, ma soltanto `VP of Business DevelopmentVP of Business Development G r a d i e n t · Full-time G r a d i e n t · Full-time Mar 2021 – Apr 2022 · 1 yr 2 mosMar 2021 – Apr 2022 · 1 yr 2 mos Genova, Liguria, Italia` Gradient era una societa` al 100% di Kellify, il cuo CEO era Giorgia Coltella
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
– ha 416 azioni kellify
Matteo Borio
– il suo profilo linkedin nel 2021 riportava `corporate finance associate @ kellify Spa, dal dicembre 2020. I am a Corporate Finance Associate @ Kellify S.p.A. Fresh MSc Graduate in Administration, Corporate Finance and Control at “Bocconi” University and Law student at “Università del Piemonte Orientale”, I am keen on business
administration and Law studies. Curious, proactive and resilient, I developed an all-consuming passion for Music, let me improve my teamworking skills.` Si noti che prima di entrare in Kellify, aveva studiato legge all`universita` degli studi del Piemonte Orientale e lavorato come `Junior Bankruptcy Law Consultant, presso lo studio Vergallo Brivio e Associati dal dicembre 2019 al Febbraio 2020 a Milano, con focus su bankruptcy law.`
– lavorava nel team di Magagnini
– ha 250 azioni in Kellify
– poteva votare e ascoltare le discussioni con gli investitori durante le assemblee
Si noti che:
– intorno all`aprile 2022 il team di Magagnini si dimette sembrerebbe nello stesso momento. Mondini, Coltella, Caridi, credo anche Borio e forse altri. Fatto molto strano…
– difficile pensare che Borio, Mondini, Caridi, Coltella non abbiano notato nulla di strano e non si rendessero conto di niente di cio` che accadeva, delle bugie raccontate alla stampa e agli investitori, della difficolta` a raccogliere capitale equity da investitori istituzionali (vedi camera di commercio). Su linkedin veniva postati articoli ecc. Piu` facile pensare che a queste persone, la situazione, nel complesso facesse comodo e che ora non conviene fare emergere la verita`.
– Possibile che alcuni dei dipendenti non lavorassero a tempo pieno su progetti kellify, nonostante venissero pagati dai soldi degli investitori
– interessante vedere che, se si guardano le informazioni oggettive, Magagnini sembra solo un pezzo di un insieme. Aveva quasi meno `presenza` di Bianco o Malfanti all`interno di kellify.
CDA e collegio sindacale
– difficile pensare che non fossero al corrente della situazione o non abbiano avuto segnali di allarme prima del dicembre 2021. Vedasi verbale assemblea approvazione bilancio 2020 nell`estate 2021.
– intero cda e collegio sindacale, nessuno escluso
Stefano Copello
– credo sia il nome della persona che lavorava per la societa` di revisione che interagiva con Kellify, credo EY, (senior Auditor), linkedin.
Carlotta Magagnini
– sorella di Francesco Magagnini
Stefano Ricci
– noto commercialista di Genova che compare in ruoli in societa` di Magagnini, incluso prima fase di Ubibetter/Kellify
– interagisce con Magagnini in piu` momenti nel tempo, come da camera di commercio
– era presente in Centrally
Francesco Lato
– parte del passato di Magagnini / Malfanti
– era presente in Centrally
Le persone sopra non sono necessariamente tutte