Arriva Hunova, un robot per la riabilitazione

fonte: Ansa.it

section-3Le nuove tecnologie e l’industria 4.0 estendono le loro applicazioni nel settore sanitario con un robot per la riabilitazione di pazienti con disabilità in ambito neurologico e spinale. Il robot si chiama hunova, è nato con brevetti dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ed è prodotto e commercializzato in tutto il mondo da Movendo Technology, la prima medical company made in Italy attiva nella robotica riabilitativa (50% Dompé, 43% i fondatori e inventori Simone Ungaro, Carlo Sanfilippo, Jody Saglia, 7% IIT).

hunova integra meccatronica, elettronica, sensoristica, e software: 4 motori, 2 sensori di forza/coppia, un sensore inerziale, più di 100 metri di cavi, un cervello elettronico, 1 interfaccia e 4 schede elettroniche di controllo. La sua intelligenza artificiale o centro di controllo combina big data, algoritmi avanzati di interazione uomo-macchina e rete di sensori, mantenendo un’estrema semplicità di utilizzo da parte dell’operatore come del paziente. I fattori che caratterizzano hunova sono la rilevazione e misurazione oggettiva dei parametri biomeccanici del paziente e l’elevato livello di assistenza e intervento robotico che facilita e guida chi è sottoposto alla riabilitazione, stimolandolo con protocolli somministrati in forma di gioco (videogame interattivi). Gli ambiti di applicazione terapeutica in campo neurologico riguardano gli esiti di ictus ischemico con o senza emiplegia, malattie neurodegenerative, morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, ma anche il campo ortopedico, quello geriatrico e della medicina dello sport.

Al momento sono operativi 28 robot di cui 2 negli Stati Uniti, 1 in Germania e Grecia. Il centro spinale dell’ospedale Niguarda di Milano diretto da Michele Spinelli e il Centro di Recupero e Riabilitazione Funzionale Villa Beretta (Lecco) diretta da Franco Molteni (Ospedale Valduce di Como) stanno implementando l’uso del robot.

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iCub: il primo robot umanoide cognitivo al mondo

fonte: CorriereTV

Nella sezione Advanced Robotics dell’IIT di Genova si progettano robot in grado di interagire con gli esseri umani: robot di forma umanoide, con mani in grado di prendere e usare gli oggetti. Grazie a un progetto fin dall’inizio open source, l’iCub italiano è il robot più diffuso al mondo.

(click qui per altri video di CorriereTV)

all’IIT si stampano cartilagini!

da quest’articolo de La Repubblica dell’11/10/15

L’intuizione del genovese Luca Coluccino: togliere la “memoria” al tessuto e riprodurlo

L’idea gli è venuta a Pittsburgh — la città della Pennsylvania famosa per Flashdance e le antiche industrie dell’acciaio — ma continuerà a svilupparla sulla collina di Morego, a Genova, nell’Istituto Italiano di Tecnologia. Luca Coluccino ha 28 anni, una laurea in ingegneria biomedica e una passione per le articolazioni delle ginocchia. Lo si capisce dalla tesi di laurea e dal suo dottorato di ricerca al’IIT, dove dal 2013 studia come ricostruire e riparare le cartilagini.

084139429-51f017df-9dea-4c3a-95e2-cc1e89146d41Lo scorso anno, durante un periodo all’Università di Pittsburgh, Luca ha azzardato: “Ma perché invece di fare protesi sintetiche non proviamo a creare una cartilagine vera? Una cartilagine senza parti artificiali. Biologica, umana. E poi usiamo questo tessuto senza forma come “inchiostro” per una stampante in 3D“. Era un’idea un po’ folle: creare la cartilagine è l’ambizione dei gruppi di ricerca più avanzati del mondo, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti. Ci provano da anni, senza successo. Ma Luca e il team con cui lavora — il gruppo Smart Materials del Dipartimento di Nanofisica dell’IIT — ci sono riusciti. E a metà settembre hanno spiegato come fare al TERMIS di Boston, la conferenza mondiale di riferimento per la medicina rigenerativa.

Luca arriva all’IIT con un maggiolone anni ’70, la giacca stilosa e una barbetta bionda accennata. A parlar di cartilagini gli si illuminano gli occhi. “Sono affascinanti perché non si ricreano come le ossa — spiega — Se un adulto ha una lesione grave a una cartilagine bisogna sostituirla con protesi metalliche o plastiche. Ma sono parti estranee al corpo umano: causano problemi di rigetto e non durano all’infinito“. Tra qualche anno potrebbe non essere più così, perché il team dell’IIT in collaborazione con l’Università di Pittsburgh (dove Coluccino era sotto la guida di un altro genovese, il ricercatore Riccardo Gottardi) ha trovato la “ricetta” per ricostruire cartilagini, tendini e menischi. Ad ascoltare Luca Coluccino sembra semplice: si tratta chimicamente una cartilagine, per esempio, sino a farla diventare un liquido che ha perso tutte le informazioni che nel corpo di un’altra persona potrebbero dare reazione immunitaria. “Solo una cosa le deve rimanere: la ‘memoria’ di essere una cartilagine“, avverte Coluccino.

iCub balancing on one foot while interacting with humans

source: this youtube video

The following video shows the latest results achieved in the whole-body control of the iCub, the humanoid robot developed by the Italian Institute of Technology. In particular, it shows the performances of the balancing controller when the robot stands on one foot. The knowledge of the robot dynamics and the measurement of the external perturbations allow for safely interacting with humans as well as controlling highly dynamic motions.

The control of the robot is achieved by regulating the interaction forces between the robot and its surrounding environment. In particular, the force and torque exchanged between the robot’s foot and the floor is regulated so that the robot keeps its balance even when strongly perturbed. These new capacities will be pivotal when iCub will cohabitate with human beings in domestic environments. The results have been achieved by the researches working at the Italian Institute of Technology and, in particular, by those funded by the European Projects CoDyCo and Koroibot with Dr. Francesco Nori as principal investigator.

Related scientific publications: Online and PDF

Related projects: CoDyCo, Koroibot, iCub robot